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SICUREZZA ALIMENTARE: CONSIGLI PER UNA CORRETTA CONSERVAZIONE DEL CIBO IN ESTATE

Durante l’estate, con il caldo, cresce il rischio di infezioni e intossicazioni alimentari dovute alla cattiva conservazione dei cibi. Questo porta allo sviluppo di batteri dannosi per la nostra salute, o alla mancanza di precauzioni igieniche durante la preparazione, che favorisce la contaminazione crociata tra alimenti da cuocere e quelli da consumare crudi.

Il Centro Interdipartimentale di ricerca e documentazione sulla sicurezza alimentare (CeIRSA) ha stilato una guida che spiega quali accorgimenti adottare per evitare di incorrere in disturbi gastrointestinali.

La contaminazione microbiologica degli alimenti, nella maggior parte dei casi, avviene nelle nostre cucine, vanificando così tutte le misure prese dalle aziende per garantire la sicurezza degli alimenti. I prodotti che acquistiamo al supermercato mantengono infatti le loro caratteristiche solo fino al momento in cui la confezione non viene aperta e se vengono rispettate le condizioni di conservazione indicate in etichetta, quali tempi e temperature.

Ciò non vale solo per i cibi freschi refrigerati, ma anche per prodotti come conserve sott’olio, cibi in scatola e latte, che vengono sterilizzati o pastorizzati durante il processo di produzione. Questi alimenti, una volta aperti, vanno conservati in frigorifero per rallentare la crescita microbica e dovrebbero essere consumati generalmente entro tre giorni.

Entrando in contatto con l’aria e gli utensili da cucina, le conserve possono essere infatti contaminate da microrganismi, che possono fare andare a male l’alimento ed essere pericolose per la salute. In prodotti come tonno e sgombro sott’olio, se conservati a temperatura inadeguata una volta aperti, può accumularsi anche istamina, responsabile della sindrome sgombroide.

Ecco i consigli del CeIRSA per garantire la sicurezza alimentare e tutelarsi dai rischi caratteristici del periodo estivo, dal banco del supermercato al frigorifero di casa.

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