Un rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità, riporta un protocollo di gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 nelle strutture veterinarie. Nonostante la trasmissione del virus avvenga per la maggior parte da uomo a uomo, alcune recenti evidenze hanno posto all’attenzione della comunità scientifica e delle autorità sanitarie il tema della suscettibilità degli animali al SARS-CoV-2.
È stato infatti osservato che, occasionalmente, il virus può trasmettersi dall’uomo agli animali; casi di infezione naturale in cani e gatti, sono stati descritti ad Hong Kong, in Belgio, Francia, USA, Spagna, Germania, Russia e ha colpito cinque tigri e tre leoni nello zoo del Bronx a New York.
A riportare questi dati è un rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità dal titolo “Protocollo di gestione dell’emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2 nelle strutture veterinarie universitarie” (versione 11 giugno 2020 – Rapporto ISS COVID-19 n. 52/2020). Un rapporto che fornisce informazioni e raccomandazioni per medici veterinari, docenti, ricercatori e lavoratori delle strutture veterinarie. Il documento fornisce indicazioni sulle misure e i comportamenti da adottare nelle diverse strutture universitarie nell’ambito delle attività didattiche, assistenziali e di ricerca e integra gli aspetti di sanità pubblica con quelli di sanità animale, in ottica ‘One Health’, ovvero attraverso un “modello di analisi e gestione delle problematiche sanitarie basato sull’integrazione delle discipline e sul riconoscimento che la salute dell’uomo, degli animali e degli ecosistemi è espressione di un unicum indissolubile”.
Il rapporto fornisce suggerimenti e indicazioni per i medici veterinari, i docenti e tutti i lavoratori, con l’intento di ridurre al minimo un possibile rischio di contagio da Coronavirus e, contemporaneamente, poter operare con protocolli standardizzati comuni. Le indicazioni variano in base al ruolo e alle attività svolte, anche in relazione all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, alle norme igieniche e al distanziamento sociale.
Alcuni principi generali elencati nel rapporto:
- “Le porte esterne di ambulatori e sale di attesa saranno lasciate, ove possibile, aperte per permettere l’areazione.
- Per evitare assembramenti nei locali, in caso di necessità di colloquio diretto con i colleghi, non entrare negli ambulatori o nelle strutture diagnostiche, ma attendere al di fuori degli ambulatori, possibilmente negli atri o in zone dove gli spazi consentano di mantenere le distanze interpersonali (es. parte più larga del corridoio ambulatori, atrio, ecc.).
- È vietato l’utilizzo di locali ad uso clinico come passaggio da un’area ospedaliera a un’altra.
- Tutte le attività ambulatoriali (comprese quelle di anestesia, chirurgia e di diagnostica per immagini) devono essere organizzate secondo una logica di turnazione in modo tale che non sia presente più di un paziente per volta.
- Lavare/igienizzare giornalmente green e calzature”.
Indicazioni per il lavoro non in presenza del proprietario:
- “Il medico fa triage all’esterno della struttura o in sala di attesa, ma accedendo comunque dall’esterno, quindi si fa consegnare il paziente, dopo aver sostituito collare e guinzaglio di proprietà con uno dell’OVU (Ospedale Veterinario Universitario) e lasciando il proprietario in sala di attesa o all’esterno della struttura.
- Il medico veterinario visita l’animale con l’aiuto del tecnico o altro personale, qualora l’attività medico-veterinaria sia coerente con l’attività di ricerca clinica specifica. Tutto il personale è obbligato a indossare i DPI e a mantenere la distanza di sicurezza. Qualora non sia possibile mantenere tale distanza, sono obbligati a indossare i DPI aggiuntivi oltre a quelli previsti nella valutazione dei rischi per mansioni specifiche.
- Il medico veterinario o il personale addetto riconsegna il paziente al proprietario dopo averlo accompagnato alla postazione di fatturazione. Si consiglia la sanificazione/disinfezione del guinzaglio e il collare adoperati per conduzione dell’animale”.
Indicazioni sul lavoro in presenza del proprietario:
- “Qualora sia necessaria la presenza del proprietario durante la visita, tutti i presenti sono obbligati a indossare i DPI e a mantenere la distanza di sicurezza.
- Se non è possibile mantenere tale distanza, tutto il personale dell’OVU è obbligato a indossare i DPI aggiuntivi oltre a quelli previsti nella valutazione dei rischi per mansioni specifiche”.
Qui il rapporto integrale.