Affidarsi ad una figura professionale come il consulente HACCP non è un obbligo di legge per il datore di lavoro, ma molte imprese del settore alimentare vi si rivolgono per l’applicazione delle buone prassi della sicurezza alimentare, per la corretta formazione degli addetti come ad esempio cuochi, barman, camerieri, ecc. e per conseguire la certificazione per la sicurezza alimentare.
Le competenze che un consulente HACCP deve possedere sono molte: dalla conoscenza delle modalità di produzione, trattamento e trasformazione dei beni alimentari, al riconoscimento dell’abbigliamento da utilizzare nell’ambiente lavorativo, dalla conoscenza dei principali agenti patogeni alimentari, alla valutazione dei rischi per la salute dei clienti di un’azienda operante nel settore alimentare.
Proprio la valutazione dei rischi legati all’igiene e alla sicurezza del personale e la loro corretta individuazione e gestione, rappresenta uno dei passaggi fondamentali per le aziende operanti nell’alimentare che puntano a ottenere delle certificazioni come, ad esempio, la certificazione ISO 22000 che rappresenta uno standard mondiale, per garantire l’attuazione di tutte le pratiche volte alla salvaguardia della sicurezza alimentare in ogni passaggio della filiera agroalimentare.
Il consulente HACCP è in grado di effettuare analisi chimiche e microbiologiche degli alimenti e delle superfici di diverse tipologie di attività legate al contesto, come mense, bar, ristoranti, in quanto possiede gli strumenti idonei ad assicurare l’adozione di tutte le misure di prevenzione richieste dalla normativa sulla sicurezza alimentare.
Il consulente HACCP, infine, prepara una documentazione, il Manuale HACCP (o Piano di autocontrollo alimentare), che dovrà essere conservata ed esibita su richiesta degli organi di controllo quali ASL e NAS.
Per diventare consulente HACCP accreditato è richiesta una specifica formazione.