Il sistema di valutazione del rischio Covid-19 si basa su 21 indicatori che permettono di individuare probabilità di diffusione dell’epidemia, impatto sui sistemi sanitari e resilienza territoriale. Di questi indicatori, il cui elenco si trova nel DM Salute del 30 aprile 2020, 16 sono obbligatori e 5 opzionali.
La presenza di diversi indicatori permette di limitare gli effetti negativi del sovraccarico dei sistemi sulla completezza dei dati disponibili. I dati, una volta raccolti, vengono inviati dagli enti territoriali alle Regioni che a loro volta li trasmettono al Ministero della Salute e all’Istituto Superiore di Sanità. Sulla base di questi vengono applicati degli algoritmi che, combinati, permettono di valutare settimanalmente il rischio per ogni Regione. Il sistema, in questo modo, tiene conto di tutti gli aspetti legati all’epidemia e alla risposta dei sistemi sanitari.
L’acquisizione dei dati epidemiologici sulle infezioni è affetta da una serie di ritardi, alcuni dei quali non comprimibili. In particolare: il tempo tra l’evento infettivo e lo sviluppo dei sintomi (tempo di incubazione), quello tra i sintomi e l’esecuzione del tampone, quello tra l’esecuzione del tampone e la conferma di positività e quello tra la conferma di positività e l’inserimento nel sistema di sorveglianza integrata ISS. Il ritardo complessivo tra le infezioni e il loro rilevamento nel sistema di sorveglianza è valutato e aggiornato settimanalmente analizzando la stabilità del numero di casi (sintomatici o ospedalizzati) riportato a ciascuna data. Su queste valutazioni si basa la scelta della data più recente alla quale si possono considerare sufficientemente stabili le varie stime di Rt.
R0, Rt: cosa sono e come si calcolano? R0 è il numero medio di infezioni trasmesse da ogni individuo infetto ad inizio epidemia, il potenziale di trasmissione di una malattia infettiva non controllata. Tale valore R0 è funzione della probabilità che una persona infetta trasmetta il virus con un contatto, del numero dei contatti della persona infetta e della durata dell’infettività. La definizione del numero di riproduzione netto (Rt) è equivalente a quella di R0, con la differenza che Rt viene calcolato nel corso del tempo. Rt permette, ad esempio, di monitorare l’efficacia degli interventi nel corso di un’epidemia.
Le stime di R0 e Rt non tengono conto delle infezioni asintomatiche. Si è scelto, dunque, di stimare la trasmissibilità di SARS-COV-2 nelle diverse regioni italiane fin da febbraio 2020 a partire dalla curva dei casi sintomatici giornalieri. Il tasso di occupazione sui posti letto già attivati rappresenta un indicatore utile per identificare quando la disponibilità di posti letto non occupati da pazienti COVID-19 rischia di non essere più sufficiente a garantire l’assistenza alla popolazione per questa ed altre patologie.
Al momento la definizione internazionale di caso prevede che si possa confermare una infezione da virus SARS-CoV-2 solo con test molecolari. Il Ministero della salute coordina ogni giorno la raccolta del dato dalle Regioni e Provincie Autonome relativo ai tamponi effettuati e, assicurata l’affidabilità del dato, provvede a trasmetterlo per la pubblicazione sul sito della protezione civile.