Cambiano le regole sul distanziamento, sull’uso delle mascherine e sui comportamenti da adottare negli istituti: in classe e negli spazi aperti. Dalla misurazione della febbre, all’ingresso nelle aule, fino ai pasti e al “referente covid”.
- Prima di arrivare a scuola, tutti i giorni occorre misurare la febbre.
- Non è prevista la misurazione all’ingresso, salvo iniziative dei singoli istituti.
- In caso di sintomatologia respiratoria o febbre superiore a 37.5°C, si deve restare a casa.
- Per chi deve raggiungere la scuola con mezzi pubblici e trasporti scolastici dedicati, è stata fissata una capienza massima dell’80%.
- La capacità di riempimento può essere aumentata solo nel caso si riesca a garantire il ricambio di aria e il suo filtraggio, con idonei strumenti di aerazione.
- In tutti i casi è obbligatorio indossare la mascherina per tutto il percorso e mantenere il distanziamento, nel salire e nello scendere dai mezzi. Sono previsti dispenser per sanificare le mani.
- Per l’accesso agli istituti vale sempre la regola del distanziamento interpersonale, vanno evitati gli assembramenti.
- Nella scuola dell’infanzia, l’ingresso dei bambini, accompagnati da un solo adulto, è scaglionato e organizzato in una fascia temporale ampia, che può raggiungere i 90 minuti.
- Anche per la scuola primaria e secondaria, l’entrata degli studenti deve essere scaglionata sia nell’orario di ingresso sia rendendo disponibili tutte le vie di accesso degli istituti.
- Per l’uscita valgono le stesse regole.
SCUOLA DELL’INFANZIA
- Per i bimbi al di sotto dei 6 anni e per gli alunni con disabilità, non è previsto l’uso delle mascherine.
- I dispositivi di protezione per gli adulti, per i quali sono raccomandati visierine “leggere” e, quando necessario, guanti di nitrile, devono renderli sempre riconoscibili.
- Il distanziamento tra i piccoli non è previsto. Tutti gli spazi disponibili, però, devono essere organizzati in aree distinte e separate per le attività di apprendimento e gioco, opportunamente sanificate.
- Il momento del pasto varia a seconda degli istituti. Viene servito in mensa se la scuola ha la possibilità di evitare affollamenti, adottando differenti turni tra le classi, o in caso contrario, può essere distribuito con lunchbox in aula, che deve essere areata e igienizzata prima e dopo.
SCUOLA PRIMARIA E SECONDARIA 1° E 2° GRADO
- Nella scuola primaria, dai 6 agli 11 anni, la mascherina in aula può essere tolta quando i bambini sono seduti, rispettando la distanza di un metro. Salvo situazioni che favoriscano l’aerosolizzazione in classe, come ad esempio il canto.
- Anche nelle scuole secondarie, dai 12 ai 19 anni, le mascherine possono essere rimosse quando i ragazzi sono seduti, ma solo in aree a “bassa circolazione virale”. In caso contrario, si devono indossare anche al posto.
- L’organizzazione delle aule è stata rivista in modo da garantire la distanza interpersonale di almeno un metro tra gli studenti.
- La riorganizzazione non riguarda solo i banchi, monoposto, ma anche le aree di interazione, come quella tra la cattedra e la lavagna, che dovranno garantire il distanziamento considerando anche lo spazio di movimento.
- Tra la cattedra e i primi banchi devono esserci almeno due metri. Questa distanza deve essere mantenuta sia con gli alunni e i docenti seduti, sia in movimento.
- Negli spazi comuni, come i corridoi, devono essere previsti percorsi con apposita segnaletica che garantiscano il distanziamento ed evitino gli assembramenti.
- La ricreazione va fatta in classe, non più negli spazi comuni.
- Nelle scuole secondarie di secondo grado, gli istituti potranno valutare, a seconda delle necessità, se svolgere una parte della didattica a distanza.
A ogni scuola è stato chiesto di nominare un “referente Covid-19”. É la persona a cui vengono segnalati casi sospetti e ha il ruolo di collegamento tra l’istituto e la Asl di competenza. Il suo compito è anche quello di controllare “assenze elevate”, sopra il 40% di studenti in una classe.
- Se un alunno manifesta sintomi riconducibili al coronavirus a scuola, viene isolato.
- In uno spazio dedicato, assistito da un adulto che indossi la mascherina chirurgica, l’alunno resta in attesa dell’arrivo di un genitore o di chi ne fa le veci.
- In seguito la famiglia deve contattare il pediatra o il medico di famiglia, che decide se è necessario fare un tampone.
- Se lo studente è positivo, saranno tracciati i contatti e la Asl competente valuterà le misure da adottare e, se necessario, la quarantena per i compagni di classe, gli insegnanti e chi ha avuto un contatto stretto nelle ultime 48 ore.
- La scuola dovrà effettuare una sanificazione straordinaria, ma non è prevista la chiusura dell’istituto per un solo caso di coronavirus.
- La procedura è simile se il contagio riguarda un insegnante o altro personale scolastico.
- Per il rientro bisognerà attendere la guarigione clinica e la conferma di negativizzazione attraverso due tamponi da effettuare a distanza di 24 ore l’uno dall’altro.
- Nel caso in cui il pediatra abbia valutato che non si tratta di SARS-CoV-2 e che non c’è bisogno di fare il tampone, si può tornare in classe una volta guariti.
Qui la guida illustrata a cura del Gedi Visual da cui è tratto l’articolo.