Cosa sono gli alimenti ultra-trasformati? Che impatto hanno sulla salute? Secondo un sondaggio realizzato nel Regno Unito da YouGov per la British Nutrition, il 70% dei consumatori intervistati afferma di non aver mai sentito il termine “alimenti ultra-processati” prima del sondaggio.
Se più di un quarto delle persone ha classificato correttamente i cereali da colazione con zuccheri aggiunti e i sughi pronti come alimenti ultra-trasformati, il restante non riesce a identificare questa tipologia di alimenti, che comprende tra gli altri anche il pane in cassetta preconfezionato, il gelato confezionato, lo yogurt magro alla frutta, i cracker, le torte, le bevande zuccherate o ancora i fagioli in scatola.
I cibi processati o trasformati vengono suddivisi secondo la classificazione NOVA, che li distingue in varie categorie a seconda dell’entità e dello scopo con i quali i cibi vengono processati. Si tratta dei prodotti realizzati attraverso processi di lavorazione industriale, che spesso contengono additivi alimentari come coloranti, aromi, emulsionanti e conservanti. Di conseguenza anche prodotti realizzati con ingredienti di qualità e nutrizionalmente bilanciati possono ricadere nel gruppo dei cibi ultra-processati per via dei metodi di produzione, oppure per la presenza di conservanti. I processi che non vengono contemplati in questa classificazione sono, quindi, quelli di cottura a casa o nella ristorazione, così come anche tutte le preparazioni e le trasformazioni che si attuano in questi contesti.
In questa classificazione gli alimenti vengono divisi in 4 gruppi e per ciascuno di essi vengono definiti quali sono i cibi processati o meno che vi appartengono.
- GRUPPO 1: alimenti non processati o minimamente processati (es: frutta, ortaggi, uova);
- GRUPPO 2: ingredienti processati (es: bevande, dolci di vario genere, aceto);
- GRUPPO 3: cibi sottoposti a diversi metodi di preparazione a livello industriale (es: legumi in scatola, frutta secca, formaggi, vino, birra);
- GRUPPO 4: cibi ultra-processati (es: caramelle, cioccolato, gelato, cereali, salse pronte, yogurt alla frutta).
Può capitare che due prodotti a prima vista molto simili possano essere collocati in due gruppi differenti a seconda degli ingredienti e dei processi produttivi a cui sono sottoposti. Per esempio, uno yogurt alla frutta potrebbe essere classificato come alimento trasformato se realizzato con latte e frutta a pezzi, oppure come ultra-trasformato se viene realizzato con preparati a base di frutta, zucchero e additivi.
I cibi ultra-trasformati sono spesso disponibili in grandi porzioni, sono economicamente convenienti e pratici e veloci da mangiare, in quanto richiedono poca preparazione. Nella maggior parte dei casi tendono ad essere molto pubblicizzati e a volte utilizzano indicazioni sulla salute che mascherano le loro scarse qualità, ad esempio una brioche di cereali integrali che però risulta essere ricca di zuccheri e grassi.
Negli ultimi anni alcuni studi hanno analizzato come chi assuma un’elevata quantità di alimenti ultra-trasformati potrebbe avere maggiori probabilità di sviluppare obesità, dislipidemie, diabete, ipertensione, quindi malattie cardiovascolari e cerebrovascolari, e alcuni tipi di cancro, come quelli a carico dell’apparato digerente, anche se gli effetti variano sensibilmente a seconda della quantità, della qualità e dalla frequenza dei consumi.
Alcuni cibi ultra-processati, come dolci, snack fritti, torte e bevande zuccherate, sono già riconosciuti come alimenti da limitare dai professionisti della nutrizione, tuttavia questo non significa che tutti i prodotti ultra-trasformati debbano essere demonizzati. Leggere le etichette, in particolare controllare il contenuto di zuccheri, sale e grassi saturi, può essere utile per aiutarci a fare scelte più salutari.