Facciamo chiarezza. L’asporto e la consegna a domicilio non sono la stessa cosa.
Il cibo da asporto è la preparazione alimentare acquistata in ristoranti o in altri locali di produzione e vendita che il cliente intende consumare non il loco ma altrove, ad esempio a casa propria, per strada o in macchina. È nota anche con il termine inglese take away (portare via).
La consegna a domicilio, invece, è un servizio offerto dal ristorante o da un locale che consiste nel portare i prodotti acquistati attraverso un’app, un sito web o telefonicamente, direttamente a casa del cliente. Ha un costo minimo o, in alcuni casi, è gratuita. Il termine inglese che indica questo tipo di modalità di consegna è home delivery (consegna a casa).
L’Istituto di Sicurezza Sociale visto il Decreto Legge del 17 aprile 2020 “Misure Urgenti di Contenimento e Gestione dell’Emergenza da COVID-19”, ed in particolare quanto disposto all’articolo 2 comma 8 “L’attività di consegna a domicilio da parte delle attività di vendita di generi alimentari nonché dei servizi di ristorazione far cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, pizzerie, rosticcerie, self-service e similari, sarà normata da apposito regolamento emesso dall’ISS in concerto con la Protezione Civile” ha adottato un Regolamento che chiarisce alcuni dubbi su chi può effettuare il servizio a domicilio e con quali modalità.
L’attività di consegna a domicilio deve essere effettuata nella fascia oraria dalle ore 07.00 alle ore 22.00 ed è consentita a supermercati, discount di alimentari e punti vendita di generi alimentari oltre che a bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, pizzerie, rosticcerie, self service e similari già in possesso di autorizzazione sanitaria all’uso di contenitori o al trasporto alimenti rilasciata dall’ISS.
L’attività di consegna deve essere eseguita nel rispetto delle misure di contrasto e contenimento dell’emergenza da COVID-19. In particolare gli operatori addetti alla consegna devono:
- Indossare mascherina e guanti;
- Evitare l’ingresso nei locali ove prevista la consegna (abitazioni, uffici, aziende, etc) lasciando comunque i contenitori in un luogo idoneo;
- Comunicare con un solo cliente nel luogo di consegna e mantenere la distanza di almeno un metro;
- Evitare, se possibile, di manipolare denaro, favorendo pagamento differito (Se la consegna avviene con pagamento in contanti chiedere gentilmente al consumatore, al momento dell’ordine, di ricevere il fattorino indossando una mascherina);
- Lavare accuratamente le mani prima e dopo ogni consegna e anche prima e dopo aver utilizzato guanti;
- Tenere a disposizione mezzi di protezione (guanti, mascherine chirurgiche) e soluzione idroalcolica per il lavaggio delle mani nel mezzo di trasporto.
Questa è, quindi, una situazione delicata anche per il food delivery e dunque occorre prendere alcune precauzioni in più per tutelare clienti e dipendenti.
Fabrizio De Stefani e Andrea Gazzetta del Servizio veterinario di igiene degli alimenti (Svia) hanno redatto delle linee guida destinate ai locali che offrono la consegna a domicilio di cibo, bevande e non solo.
Quando un locale deve effettuare la consegna a domicilio, deve dedicare uno spazio ai cibi da destinare al ritiro da parte del fattorino separato dai locali di preparazione. Gli alimenti da consegnare devono essere confezionati in contenitori adeguati, con un’etichetta con la descrizione del prodotto, gli allergeni, il destinatario e i riferimenti del locale.
Nei locali devono essere sempre garantite le distanze di sicurezza tra i dipendenti distanziando le postazioni di lavoro e modificando i turni per ridurre il numero di persone presenti contemporaneamente negli ambienti dove si prepara il cibo. I lavoratori, inoltre, devono essere formati e sensibilizzati sulle nuove norme e sulla necessità di adottare misure igieniche più stringenti mentre gli utensili e le superfici della cucina devono essere igienizzati con più frequenza. Per garantire la sicurezza dei dipendenti, soprattutto dove non si riesce sempre a garantire il distanziamento, i datori di lavoro devono fornire appositi dispositivi di protezione, cioè mascherine, camici monouso e sovra-scarpe.
Durante la preparazione del cibo, come sempre, deve essere mantenuta una rigida separazione tra gli alimenti crudi e cotti per evitare contaminazioni crociate. Il Covid-19 è sensibile alle alte temperature, quindi un’accurata cottura degli alimenti ne assicura la distruzione. Se però non viene rispettata la separazione tra crudo e cotto, il cibo bonificato dalla cottura può essere nuovamente contaminato. In ogni caso, questa precauzione vale per la prevenzione delle infezioni alimentari e quindi deve essere adottata abitualmente, a prescindere dall’emergenza Covid-19.
Per quanto riguarda i fornitori, i locali devono limitare il più possibile l’accesso a persone esterne e il contatto tre queste e i dipendenti. Per esempio, si possono fissare delle fasce orarie in cui possono essere eseguite le consegne delle materie prime ed evitare, quando possibile, la discesa degli autisti dai furgoni e trasmettere la documentazione di trasporto via e-mail.
Qui è possibile consultare e scaricare il documento contenente le linee guida per il food delivery dell’azienda U.L.S.S. N. 7 Pedemontana Servizio Veterinario Igiene degli Alimenti di Origine Animale e loro Derivati (SVIA).