Secondo il rapporto di IRI per Netcomm, il Consorzio del Commercio Digitale Italiano, nel 2019 i prodotti maggiormente acquistati online erano quelli per la cura della persona e il cibo per gli animali domestici.
Il 2020 ha visto un’esplosione nelle vendite digitali di prodotti confezionati di largo consumo; soprattutto durante il lockdown il comparto alimentare è stato tra i protagonisti nella crescita e diffusione dell’ecommerce: il 17,2% dei consumatori ha acquistato almeno una volta utilizzando il web e questo non è cambiato di molto nella fase post lockdown.
Il 36% degli italiani ha continuato a fare la spesa online, privilegiando i siti web della grande distribuzione organizzata. Così la spesa alimentare online è entrata a tutti gli effetti tra le abitudini di consumo degli italiani. Il click & collect, cioè il ritiro in negozio della merce acquistata online, che ha riportato una crescita del +349%, probabilmente, da qui alla fine dell’anno, diventerà un’abitudine sempre più consolidata tra i consumatori.
A mettere in evidenza questi dati è l’Osservatorio Consumi di Payback, piattaforma multicanale che combina retail offline, online e mobile del Gruppo American Express, nell’ambito della campagna “#Restaacasaconte”. Secondo l’Osservatorio, i prodotti maggiormente acquistati sono stati condimenti e conserve (+230%), surgelati (+180%) e prodotti per la cura della casa (+150%).
La ricerca spiega che gli incrementi hanno avuto una distribuzione disomogenea lungo la penisola, in relazione alla diffusione del virus e al susseguirsi degli annunci di progressivo lockdown: il Nord ha registrato un picco di crescita pari a +18% nell’ultima settimana di febbraio, il Centro-Sud ha registrato un picco di oltre +30% all’inizio di marzo.
L’esplosione dell’online ha comportato, tuttavia, la crisi degli ipermercati, con un calo delle vendite del 9,6%.
La crisi, dunque, ha messo tutti gli attori del food&grocery di fronte alla necessità di accelerare la propria trasformazione digitale. Occorre che tutti i brand si preparino a soddisfare le nuove esigenze di consumo evidenziate e investano sull’export digitale e sui rapporti con i nuovi intermediari. Se i negozi di quartiere, ad esempio, dovranno costruire e rafforzare la rete di partner e operatori del digitale con cui collaborare per rispondere alle nuove richieste di mercato, le grandi insegne che già operano nell’e-grocery dovranno migliorare i servizi offerti e fidelizzare i nuovi consumatori raggiunti negli scorsi mesi.