È obbligo del datore di lavoro garantire la sicurezza sul lavoro. Per fare ciò è necessario monitorare i sistemi di sicurezza tramite indicatori prestazionali che permettono di tracciare un bilancio delle misure effettuate.
Questi indicatori si basano sull’indice di frequenza e sull’indice di gravità degli infortuni.
Gli indicatori reattivi (es: frequenza di infortuni, gravità di infortuni, numero di incidenti senza infortunio riportati) sono usati per monitorare il fenomeno infortunistico e quasi-infortunistico e si basano sulla registrazione di infortuni, near miss, medicazioni e altri eventi negativi. Gli indicatori proattivi (es: progetti per il miglioramento della sicurezza, ore di formazione dedicate alla sicurezza, prestazione del sistema manutentivo), invece, sono usati per monitorare il processo, cioè in che modo e in che misura l’organizzazione sta presidiando il sistema di sicurezza e salute; si basano su indicatori quali gli investimenti in sicurezza, la formazione svolta, le ispezioni e le attività di auditing.
Alla fine delle analisi effettuate occorrerà guardare non solo i numeri ma attribuirgli un significato e trarre le giuste conclusioni per mettere in atto le azioni correttive e di miglioramento in modo da rendere il sistema ancora più efficace.
Per fare tutto ciò occorre che i lavoratori all’interno dell’azienda siano ben informati sul risultato dell’analisi del sistema, che si confrontino tra loro e con il datore di lavoro, che esprimano giudici e pareri, che siano coinvolti attivamente nella discussione e nelle decisioni così da essere consapevoli dei rischi in cui potrebbero incorrere ma, soprattutto, delle misure da adottare per fare in modo che ciò non accada.