Il datore di lavoro dispone di strumenti giuridici che gli consentirebbero di fare applicare regole e normative, ma molto spesso la posizione di privilegio riconosciuta dal lavoratore, gli impedisce azioni di richiamo: questi strumenti spesso conducono a vertenze sindacali e talvolta assumono la connotazione di forme di mobbing.
Cosa genera questa resistenza ai comportamenti corretti?
- La mancata percezione del pericolo alterata da fattori come stanchezza, monotonia, ripetitività, il rumore di fondo, le condizioni micro-climatiche, gli sforzi fisici o mentali, la velocità nelle azioni, i turni ecc.
- Mancanza di conoscenza a causa di scarse informazioni e di poca e inadeguata formazione.
- La mancanza di esperienza che conduce spesso a errori di valutazione o sottovalutazione di alcuni comportamenti in situazioni considerate non pericolose.
- Il sentirsi esperti e l’assenza di precedenti che porta all’illusione di essere invulnerabili, mentre la salute e l’incolumità vengono vissuti come scontati.
L’informazione e la formazione, da sole, non sono sufficienti a sopperire ad atteggiamenti individuali e abitudinari che conducono il lavoratore ad essere esposto a rischi e pericoli per lui ritenuti insignificanti. Per questo, la formazione esperienziale con affiancamento sul posto di lavoro (con controllo giornaliero dell’operatività) è essenziale per far assumere atteggiamenti adeguati alla tipologia di lavoro da svolgere.
È fondamentale che i lavoratori pensino in modo preventivo, partecipino attivamente nei processi decisionali e nella loro responsabilizzazione: i lavoratori devono diventare promotori attivi di idee e suggerimenti sui processi di sicurezza, nell’individuazione delle problematiche e delle soluzioni.
Come motivare, quindi, il lavoratore al cambiamento?
Prochaska e Diclemente, hanno identificato i processi coinvolti nel cambiamento:
I processi cognitivo-esperienziali:
- aumento della consapevolezza,
- attivazione emotiva,
- auto-rivalutazione,
- rivalutazione ambientale,
- liberazione sociale.
I processi di tipo comportamentale sono:
- auto-liberazione,
- controllo dello stimolo,
- contro-condizionamento,
- gestione del rinforzo,
- gestione delle relazioni d’aiuto
Fonte: Occhio alla sicurezza